Vernissage: Giovedì 31 maggio, ore 18.30, presso Sala Dogana (per l’occasione un aperitivo con gli artisti Nathalie Vanheule e Lorenzo Bordonaro)
Orari e giornate di apertura:dall’1 al 17 giugno 2018, dalle 10 alle 19 (martedì-domenica, lunedì chiuso)
Infoline: emiliano.montermini@iodeposito.org
Il Festival B#Side War torna a Genova, con una proposta significativa per la città: a partire dal 31 maggio 2018, presso la sala Dogana di Palazzo Ducale, sarà visitabile la suggestiva mostra Vanitas, parte della quarta edizione della rassegna (che quest’anno ha toccato città quali Chicago, Kansas City, Windohek e Copenaghen, prima di fare tappa nello storico capoluogo ligure).
La mostra nasce con la volontà di indagare le rappresentazioni contemporanee dell’iconografia della caducità, attraverso molteplici piani di lettura: la fragilità dell’essere umano –storicamente oggetto iconografico in tempo di guerra – hanno trovato espressione anticamente nel Memento Mori romano, e poi nella simbologia della Vanitas, alle porte della sanguinosa guerra dei trent’anni. Il XVII secolo è stato l’apice di questa produzione artistica, creando una costellazione di simboli della caducità e dell’impermanenza, quali candele spente, teschi, nature morte. La fragilità dell’esistenza diventa, quindi, un medium per comunicare i pericoli e la tragedia della guerra, ma in un’ottica né violenta, né aggressiva, bensì mistica e riflessiva.
Genova nello stesso secolo stava vivendo l’apice della sua floridità (el siglo de los genoveses) che terminerà, di fatto, con il bombardamento della superba ad opera della marina francese, con i civili che saranno vittime e obiettivi in prima persona del conflitto, in una dimensione terribilmente simile ai conflitti moderni.
La guerra, le sue tragedie e le riflessioni che hanno suggerito all’essere umano sono al centro di questa mostra, che utilizza il medium dell’arte contemporanea per comunicare alle nuove generazioni che cosa abbia significato il conflitto nel passato e cosa significhi ancora ai giorni nostri. Nel contemporaneo, momento di transizione non privo di violenza, la rappresentazione della fragilità ci restituisce nuovi significati grazie alle opere di artisti internazionali: opere pittoriche, video e installative che si rifanno ad un immaginario fortemente ancorato nella memoria collettiva, esplorando simboli antichi in chiave attuale. La fugacità dell’esistenza umana, trova dunque nuove rappresentazioni nei materiali di volta in volta impalpabili o pesanti, nei linguaggi intangibili o concreti che la mostra propone, invitando ad una riflessione suggestiva e simbolica sui concetti di memoria e di ricostruzione identitaria (evidenziati anche dal gesto della cancellazione, dalla polvere, dal lento dilavarsi dei contorni).
In mostra, opere di: Angela Lloyd, Nathalie Vanheule (Belgio) Lorenzo Bordonaro (Italia-Portogallo), Coral Woodbury (Stati Uniti), Carola Minincleri Colussi (Italia), Boris Beja (Slovenia), Juan Alberto Negroni (Portorico), Stefano Zaratin (Italia), Cosima Montavoci (Olanda/Italia).
Per il vernissage, una bicchierata primaverile e il racconto dell’esperienza degli artisti, giovedì 31 maggio alle ore 18.30 presso la Sala Dogana.
Lasceremo inoltre ampio spazio alla presentazione di B#Side Peripheral Visions, rassegna finanziata attraverso il programma SILLUMINA da SIAE e da MIBAC, di ampio respiro territoriale, presentando una preview delle attività e delle opere!
La mostra si avvale della collaborazione dell’associazione Riprendiamoci Genova, e si svolge con il patrocinio della città di Genova e dell’Unesco