IN ARRIVO LA PROSSIMA MOSTRA: MEMORY LANDS
Inaugurazione: Venerdì 10 novembre 2017, ore 18.30 – per l’occasione un incontro con l’artista Jane Glynn e un aperitivo autunnale
La mostra è visitabile gratuitamente dal lunedì al sabato, dall’11 novembre al 2 dicembre 2017.
Orario di visita: dalle 10.00 alle 18.00, presso la B#S Gallery (Vicolo Isola di Mezzo 3/5, 31100, Treviso). Visite guidate disponibili in loco.
Nuove prospettive sull’incedere imperituro della storia nei luoghi della guerra: Memory Lands è una mostra che intende sviluppare il tema della memoria radicata nel territorio, italiano ed internazionale, protagonista dei conflitti mondiali. La partecipazione di artisti internazionali che lavorano sul concetto di memoria, natura e conflitto secondo processi analoghi, nonostante abbiano diverso passato e provenienza, ha permesso di concepire il percorso espositivo come una riflessione profonda sulla testimonianza, che è viva e attuale ed è insita nei territori protagonisti del primo conflitto mondiale come, ad esempio, le zone attraversate dal fiume Somme, in Francia, o l’altopiano del Carso, in Italia.
I mezzi espressivi scelti dagli artisti sono la fotografia e la video arte, strumenti solitamente privilegiati per la testimonianza diretta e incorruttibile; il reportage, così come il video in presa diretta, sono sempre stati considerati fonti storiche visive, veritiere e di conseguenza indiscutibili ma, nelle mani di questi artisti, la memoria si trasforma da statico documento in materia viva e attuale che, tramandandosi di generazione in generazione, lascia una traccia immutabile nella Storia del territorio, così come i fiumi che lo solcano e attraversano da secoli.
Gli elementi naturali del suolo, della terra e dell’acqua sono i protagonisti di una memoria in movimento, imparziale nella Storia, catturata da fotografie e opere video capaci di sottolinearne la preziosa essenza testimoniale, in maniera diretta o ricostruita. Così la memoria, reale o rarefatta, è legata alla terra, ai protagonisti del conflitto e a chi ne porta l’eredità. Le opere proposte sono incentrate sulla tematica del paesaggio e l’interazione umana con esso, con una particolare attenzione verso il ruolo che il territorio ricopre come testimonianza delle esperienze di guerra, soprattutto umane. Così l’elaborazione del trauma della guerra, l’importanza della memoria e il rapporto con la natura sono presentati in maniera nuova e attuale, utilizzando mezzi espressi coinvolgenti e immediati.
Ad aprire la mostra, la fotografa irlandese Jane Glynn presenta un corpus fotografico inedito, realizzato appositamente in occasione della mostra: durante il periodo di ottobre la fotografa sarà protagonista di una residenza d’artista sul Carso, dove si dedicherà a un reportage che avrà come soggetto principale il territorio carsico, a cui lei si sente particolarmente legata. Infatti il suo paese di origine, l’Irlanda, vanta una vastità di territori carsici secondi solo a quelli italiani, ragion per cui la Glynn ha sviluppato un legame particolare anche con il nostro territorio. L’artista ha dichiarato che ciò che attira maggiormente la sua attenzione è lo scorrere di fiumi storici, quali il Piave, l’Isonzo e il Tagliamento, protagonisti silenziosi di numerose battaglie, che con il loro scorrere si associano metaforicamente allo scorrere del tempo e della memoria.
In mostra saranno presenti altri scatti dell’artista irlandese che hanno come soggetto i paesaggi bellici dei territori della Somme, anch’essi teatro della prima guerra mondiale.
Al territorio francese si ricollega il lavoro dell’artista inglese Victoria Lucas che, con la sua opera di video arte ci ricorda come il fango, in cui si svolge ogni scena del video, possa diventare sostanza commemorativa, oltre che soffocante, che incarna l’esperienza umana e il trauma della guerra ed è materia iconica del conflitto.
Anche Gordon Belray, abile nella manipolazione fotografica, ci mostra uno dei paesaggi solcati dalla Somme. Il paesaggio di Belray però viene modificato dall’artista attraverso l’inserimento di due figure umane, due contadine intente a lavorare la terra, in un richiamo compositivo a Van Gogh. Le due contadine si dedicano a un’attività legata alla quotidianità, su uno sfondo di truppe accampate, richiamando alla mente l’emotività di una quotidianità pacata in contrapposizione al disagio della guerra, portando una testimonianza surreale che assume carattere di veridicità, con l’intento di affermare la vita sulla guerra.
Ancora, la giovane promessa cinese Ting Bao manipola i suoi scatti lavorando direttamente la pellicola con materiale organico, lasciando così l’impronta di una memoria da riscoprire. La memoria che ci mostra è da scoprire, non è manifesta: lo scopo del suo lavoro è indagare i processi che stanno alla base della reminiscenza umana, è uno studio basato sulla memoria reale e su quella che l’uomo filtra in base alle sue emozione.
In ultimo viene presentata un’opera di video arte delle bielorusse Lesya Pchelka e Vasilisa Palianinа (per la prima volta esposte in Italia), due artiste che hanno documentato un’azione in cui loro stesse piantano delle croci nel terreno di Drozdy, nei pressi di Minsk, dove sorgeva un campo di concentramento. Oggi lo stesso territorio è stato riconvertito per scopi agricoli, diventando testimonianza della duplice valenza dell’espressione “terreno fertile”: fertile perché ne crescono i frutti della terra e allo stesso tempo intriso di memoria.
Memory Lands intende stimolare una riflessione sull’importanza del territorio come scrigno di memoria e degli elementi naturali quali protagonisti dei conflitti nell’esperienza umana, coinvolgendo gli spettatori attraverso opere evocative dall’impatto visivo immediato.
In mostra, opere di: Jane Glynn (Irlanda), Victoria Lucas (Uk), Ting Bao (Cina), Gordon Belray (Canada), Lesya Pchelka e Vasilisa Palianinа (Biellorussia).