Aquilea distrutta

di Belmonte Cagnoli, a cura di Tancredi Artico

Io canto il duce ch’al divin flagello

Attila opposto il suo furor sostenne,

e sotto ad Aquilea l’empio rubello

gran tempo a fren con alto onor ritenne

Aquileia, 452 d.C. Le truppe al comando di Attila espugnano il baluardo difensivo dell’Impero sul confine con l’Oriente e si aprono il varco per Roma. Oltre mille anni dopo, nel 1628, l’abate riminese Belmonte Cagnoli dà alla luce la sua sontuosa Aquilea distrutta, un poema eroico in venti libri in cui narra con fantasia ed estro poetico tutto barocco gli avvenimenti del crepuscolo imperiale. Tra battaglie campali e sortite notturne, tra fughe amorose e imprese di cavalleria, il poeta ci riporta indietro nel tempo, aprendo anche, per via di allegoria storica, a inquietanti interrogativi sul suo presente: quale il destino di un territorio come quello italiano, frammentato e disunito sotto il profilo politico e militare, e pressato dalle forze dell’Impero Ottomano?

B#S Edizioni, Treviso, 2021
717 p.
ISBN 9788885738027
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