Come ho visto il Friuli

di Mario Puccini, a cura di Valeria Di Iasio

Quanto al Carso, nulla la memoria avrà scordato. Anzi, ti parrà che tutti quei razzi e colpi – come se rimasti a mezz’aria – tengano ancora le rocciose spalliere, sotto il loro lume azzurrognolo

Il «Friuli» di Puccini scorre veloce sotto gli occhi del lettore. Nelle sue retrovie, al riparo dalla morte, uomo e natura si fondono in un connubio pacifico; dove invece affiorano i segni della battaglia, entrambi si trasfigurano e diventano irriconoscibili. Come ho visto il Friuli è un libro intimo ma razionale, in cui si fanno conti con una Storia nella quale l’autore (e più in generale l’uomo) si trova calato come pedina impotente. Conti che, però, si chiudono con il saldo positivo della forza della letteratura e della vita che tutto possono e nulla dimenticano: rispetto alle altre prove diaristiche d’autore, è un libro meno canonico, in cui la guerra viene narrata attraverso una doppia lente, quella di un soldato che è anche uomo di lettere e che sa trasformare la memoria privata in strumento terapeutico collettivo.

B#S Edizioni, Treviso, 2021
212 p.
ISBN 9788885738034
prezzo consigliato €12,00