Pete Treglown (nato nel Buckinghamshire nel 1963) è un visual artist che lavora sia in modo indipendente che come parte dell’Alt-p print group.
Egli usa una gra varietà di media, spesso combinandoli tra loro, in modo da creare dei collage a più strati partendo da immagini processate e marchi che portano inimmaginabili e di valore che verranno poi maggiormente sviluppati con la pittura. La sua pratica è collegata con la critica alla culturale popolare visuale e dei media – come dice l’artista: “Vi è una sovra-saturazione di immagini, sia consensuale che non attraverso i media networks e la pubblicità; considero le mie opere come una sorta di specchio di tutto ciò, offrendo un enfasi alteranativa”.
Si è diplomato al Bournemouth and Poole College of Art and Design ed all’Accdemia d’Arte di Bath.
Ha lavorato come assistente di Pierre Vivant al Tout Quarries sculpture park, a Portland Dorset, per entrambi gli eventi estivi nei primi anni ’80 ma al contempo anche al Bracknell Arts Centre Performance Art Festival.
Pete è stato selezionato ed esposto per l’apertura di Black Swan Arts (2015) ed oltre ad altre esposizioni collettive, ha preso parte a Pet Portraits (2015) presso l’Artworks Studios Poole; Wasteland (2014) presso la Mulberry Gallery; Urban versus Rural (2013), States of Disorder (2014), Open House and What we did this Summer (2015) tutte alla Poole Art Gallery e Phase 4 (2014) presso la Jacksons Gallery.
Egli ha anche fatto una personale, intitolata Now presso la Mulberry Gallery (2015) e mostre in qualità di metà dei partner artistici PBJ Treglown presso la Mulberry Gallery: A New World (2012), Eris (2013), Future Past and I art (2014).
Ha partecipato a svariate mostre collettive in occasione del B#Side War Festival Vol II (edizione 2015-2016): Sine Linea presso Casa Tartini di Pirano, Slovenia, (2016), Sine Linea, re-enactment presso Palazzo Manzioli di Isola, Slovenia, (2016) e Kinds of Monuments presso la Cultural Flow Zone di Venezia (2016).
ARTIST STATEMENT
La mia pratica è una critica della realtà definita dai meccanismi di controllo sociale, dall’architettura, dalla cultura popolare visuale e dai ‘media’. Il metodo che utilizzo è quello dell’assemblaggio. Immagini trovate ed appropriate e materiali vengono ri-contestualizzati come a suggerire dele nuove narrative e connessioni. Il mio obiettivo è quello di creare un dialogo tra gli oggetti e le immagini usando la pittura, la stampa, la scultura e l’installazione, spesso combinando tutti questi elementi insieme.
Manifesto Numero Due:
Strisce di pittura su di una tavolozza di vetro aggiungere zinco bianco aggiungere giallo brillante aggiungere giallo limone aggiungere trementina aggiungere olio di semi di lino assottigliare di più con maggiore trementina mescolare con un coltello largo per tavolozze muovere il pennello collocare il tono di colore sula tela bianca sopra il colore asciutto bagnarlo dipingervi sopra linee di matita su linee di carboncino sopra il colore grattato creare un nuovo strato aggiungere il primo marchioaggiungere il secondo il terzo il quarto il quinto il sesto infiniti marchi? acceto questa collocazione di tono che delinea un set di relazioni di ognuna collocata marchio tono linea colore sino a quando nessuna accettazione sarà potuta essere decisa da un dipinto è ciò che è quando è ciò che èuno stato finale raggiunto da significati non-consci segue il marchio il marchio segue le relazioni della forma per formare tono per colorare per marchiare mettendo in atto una particolare dinamica tra il piano dell’immagine che influenza come gli occhi percepiscono le informazioni date e viaggiano attraverso il piano dell’immagine l’area limitata di attività contenute in una cornice scivolando via dalla cornice diverse aree di atività cntenute in aree chiuse non contenute in spazi aperti una narrativa di connessioni tu lo spettatore l’osservatore il pubblico decide e percepisce ciò che solo tu percepisci.