Cosima Montavoci, nata a Venezia, è una visual artist che attualmente vive e lavora ad Amsterdam.
Dal 2005 al 2008 ha lavorato con il vetro a Murano. Durante questa esperienza ha creato perle di vetro con Davide Penso, Muranero, Anfora ana Centro Culturale Spiazzi. Dopo questa esperienza ha frequentato, laureandosi, la Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam.
In svariati lavori le tematiche della morte e della mortalità si palesano; questo è un argomendo che l’artista ha esaminato profondamente anche nella ricerca affrontata per la sua tesi di laure, intitolata Death keeps me awake la quale verge sulla relazione tra mortalità ed immortalità in Tomb sculptures, e come – nella storia – l’immortalità sia qualcosa di sempre concepito e fatto dall’uomo piuttosto che da un dio. Nelle sue opere fa uso di diversi media come installazioni scultoree, acquaforte, e documentazione di performance ed aprocci a questa tematica della morte e mortalità in modo ironico e con una estetica giocosa, creando una mescolanza di senso dell’assurdo, tragicità, humor, chaos e calma.
Ha preso parte alle mostre Tomb Sculpture presso la Gerrit Rietveld Academie per l’esposizione della sua laurea ad Amsterdam (2015), Andata e Ritorno 2.0 presso la Ex Herion a Venezia (2015), Vanitas presso la Oude Kerk di Amsterdam (2014), The Fall of the Knight presso Vishal ad Haarlem (2013).
Cosima ha partecipato al B#Side War Festival Vol II (edizione 2015-2016) per la colletiva Lands of Memory presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, presentando la sua opera Vanitas.
ARTIST STATEMENT
Cosima crede fermamente che lo humor ed il non-sense giochino un ruolo fondamentale nell’accettazione, prendendo in giro tematiche serie e prendendo molto seriamente le piccole cose. Senso ed assurdità, tragicità e humour, chaos e calma, autenticità e finzione trovano nel suo lavoro una comune dimensione dove coesistere.
Cosima non ha paura di parlare di temi spiacevoli come la morte e la mortalità, qualcuno deve farlo. Alcuni degli artisti che ispirano il suo lavoro sono Joseph Beuys, Piero Manzoni, Medardo Rosso, Mike Kelley e Andrea Pazienza.
Cosima preferisce di parlare con le sue mani ed ha bisogno di sporcarsele nella materia per sentirsi bene. Ultimamenti i suoi strumenti sono installazioni cultoree, acquaforte, e documentazione di performances.
Cosima vuole che il suo pubblico senta il suo lavoro fisicamente ed il suo lavoro che diventi un buco con cui invadere lo spazio. Lei crede che non esistano le persone di mezza età. Il feedback reale viene solamente dalla reazione genuina dei più anziani e dei bambini.