Mladen Miljanović (nato a Zenica, Yugoslavia, nel 1981) è un artista bosniaco che attualmente vive e lavora a Luka come artista e professore presso l’Accademia delle Belle Arti.
Dopo le scuole superiori ha frequentato la Scuola Militare degli Ufficiali Riservisti, dove ha raggiunto il grado di Sergente. In qualità di Sergente ha addestrato30 privati. Al termine della sua esperienza militare si è immatricolato all’Accademia delle Belle Arti di Banja Luka. Le conseguenze della guerra e le conoscenze acquisite alla scuola militare sono quindi divenute il suo ambito tematico principale della sua preofessione artistica.
Nelle sue opere fa uso di diversi media, dalle performances alle installazioni, partendo dalla sua esperienza di pvita personale egli si concentra sulle questioni sociali legate alla storia, alla sua influenza sul presente stato delle cose ed alla trasformazione che essa implica in certi luoghi, concentrando la sua riflessione anche nel ruolo che l’arte e a come esso possa cambiare l’idea di realtà.
Egli è interessato nella relazione tra l’individuo ed il collettivo, come evince dai suoi progetti Happening Balkana 2005, inerenti la ri-socializzazione etnica della Bosniae, e The pressure of Wishes per il padiglione della Bosnia ed Erzegovina per la 55^ Biennale di Venezia, ove cercò di rappresentare la situazione culturale e sociale della sua terra, raccogliendo i desideri dei cittadini.
Egli ha anche tenuto molte mostre persnali e preso parte a delle collettive, sia in Bosnia che all’estero, come le recenti mostre collettive Mediteranean Cost, presso la FRAC di Marsiglia (2016), Cold Front from The Balkans, al Pera Museum di Istanbul (2016), In The Service of Your Care, alla 8th Floor gallery di New York (2016) e molte altre.
Una performance emblematica del suo approccio – che ha avuto modo di performare in diversi luoghi in giro per il mondo – può essere At The Edge, ove l’artista si aggrappa ad un cornicione del palazzo dove l’esibizione prende luogo, ponendo sé stesso in uno spazio di transizione tra la brutale realtà dell’esterno brutaleed il piacevole spazio artistico dell’interno.