Gordon Belray è un visual artist, graphic designer e film-maker canadese che attualmente vive e lavora a Toronto, Canada.
Ha ottenuto un BFA with distinction presso il Dipartimento di Arte dell’Università di Toronto, dove lavora ancora – in principio come software developer ed attualmente come Information Architect e Designer per le biblioteche dell’Università di Toronto.
Nel corso dela sua carriera si è concentrato su di eventi del ventesimo secolo rilevanti da un una nuova prospettiva che ambisce a riflettere e criticareil ruolo dei media. Le sue opere prendono la forma di film o di immagini modificate, create per ricostruire in una nuova formalizzazione fermo-video od immagini di cui lui si appropria, data la loro rilevanza collegata all’argomento su cui egli lavora.
Egli ha anche dimostrato brevemente alcune stampe ad intaglio alla Bus Gallery di Toronto, concentrandosi prima sull’arte pedagogica. Per ragioni personali ha cambiato la rotta della sua attenzione prendendosi più cura della sua famiglia e dopo un po’ di tempo è tornato seriamente ad una oratica di creazione d’arte, la quale si è evoluta ai correnti lavori corporei, i quali rappresentano una apertura acnora maggiore. Il suo lavoto si concentra sugli eventi e sule persone che hanno cambiato il corso del ventesimo secolo, attraverso un partiolare utilizzo delle risorse filmiche che poi manipola in modo da creare della nuove narrazioni.
MANIFESTO DELL’ARTISTA
Lavoro da risorse filmiche storiche per creare composizioni narrative circa ad eventi e persone significative del ventesimo secolo.
Prendendo spunto da dipinti storici e strategie post-internet di neo-appropriazione, seleziono numerosi fermo-film per la loro rilevanza visiva e sequenziale e li manipolo in una tavolozza, conservando tracce del frame e del processo. Vi aggiungo anche fotografie se necessario, e vi dipingo o disegno sopra elettronicamente.
Le materie strotiche sono scelte sia per estensione che per disponibilità di archivio di come pure per la loro risonanza come interrogazioni sui media circa gli eventi socio-politici principali come raccontati attraverso la ricostruzione dei media stessi. Mentre ogni frame è un momento indicizzato in tempi reali, la loro composizione si vvicina a quella di un teatro surrealista. In questo modo, il lavoro indirizza le dicotomie tra notizie e cinema, verità e propaganda, registrazioni e memoria. L’effetto di ridare una coscienza alla storia come un panorama temporale, evoca inevitabilmente la sua più grande mitologia.