Dan Allon (nato nel 1982 a Netanya) è un artista interdisciplinare israeliano. Tra i suoi studi emergono un diploma magistrale in Belle Arti presso la Facoltà di Arti di Hamidrasha al Beit Berl College (2014), ed una laurea triennale in Comunicazione Visiva presso lo Shenkar College of Design, Engineering, and Art (2009).
Il suo lavoro trova espressione attraverso vari media, quali il disegno, le installazioni, la live art, il suono e le graphic novels. Nel suo operato si rapporta con elementi autobiografici, usado la sua stessa vita in modo ironico in modo da creare esperienze e storie da offrire agli spettatori, solitamente confrontandosi sulla pratica d’arte e le convenzioni sociali poiché egli – come dice proprio l’artista – crede fortemente nell’idea di Deleuze e Guattari, secon do cui “gli individui sono la più grande collettività”.
Attualmente vive e lavora sia a Berlino che a Tel Aviv e negli ultimi ani ha esibito i suoi lavori in un folto numero di personali e collettive – sia in Israele che in Europa – presso musei, gallerie, eventi performativi e fiere del libro. Nel 2016 ha participato all’esposizione collettiva in occasione della B#Side War’s opening week alla Caos Art Gallery di Venezia, con la performance All in Order Mr.General la quale era stata già presentata per la prima volta alla Meshuna Gallery di Tel Aviv nel 2014. Recentemente ha preso parte all’esposizione I am NOT Tino Sehgal curata da Francesco Bonami in occasione della Mayfair a Londra. Nel 2015 ha pubblicato la sua sesta graphic novel, ed egli è anche parte del collettivo di fumetti “Humdrum”, il quale – inoltre – ha partecipatoai festival internazionali Angoulême and Fumetto. Infine, è anche parte del duo musicale Satla Land e editor delle magazines online “Untitled” e “Hotem”.
MANIFESTO DELL’ARTISTA
Il mio nome è Dan Allon e sono un artista multidisciplinare.
Lavoro in una larga varietà di medium: live art, installazioni, disegno, suono e graphic novels. Sono interessato nella relazioni che intercorrono tra l’esperienza umana, lo storytelling, e l’estetica. Più nello specifico, investigo il concetto di biorafia attraverso l’utilizzo della mia personale esperienza umana (con le parole della curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, “mettere me stesso sul palco”), humor ed ironia, in modo da sfidare le percezioni basilari dello spettatore.
Al centro della mia ricerca artistica giace un forte desiderio di narrazione. Metodologicamente, il mio processo lavorativo è simile a quello di un autore: utilizzo materiale personale e sollevo ricordi in modo tale da raccontare storie universali ed esporre me stesso. Creo mondi, invento alter-ego e gioco con la temporalità come se fossero degli strumenti per ricercare le gerarchie tra la verità e la finzione.
La maggior parte dei miei lavori evoca domande circa all’atto dell’artista come creatore, riguardo al genere ed all’auto-prigionia. Cerco di stabilire una relazione con gli spettatori, nella quale non è chiaro chi è il carceriere e chi il prigioniero.
Utilizzo diversi media in modo da creare un’esperienza di sorpresa per gli spettatori e desidero che loro si sentano insicuri rispetto a ciò che stanno vedendo. Allo stesso tempo, cerco di sorprendere me stesso cambiando la mia metodologia per ogni progetto, e come risultato, il mio portfolio sembra più ad una esposizione di gruppo, anziché avere un unico stile. Usare diverse relazioni di testo ed immagini mi concede di investigare più a fondo i temi che mi interessano, senza cadere nelle comfort zones.