Marina Abramovic, (nata a Belgrado il 1946) è una performing artist della ex-Jugoslavia, oggi naturalizzata americana.
Ella nasce in una famiglia che ha detenuto ruoli importanti all’interno dela storia del ‘900 – ricevendo anche grandi riconoscimenti.
I suoi genitori infatti erano partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale; il padre è stato riconosciuto in qualità di eroe nazionale, mentre la madre a metà degli anni ’60 ottenne la direzione del Museo della Rivoluzione e dell’Arte di Belgrado.
Marina Abramovic è considerata una delle pioniere della performance art ed i suoi lavori esplorano la relazione tra performer e pubblico, i limiti del corpo e le possibilità della mente.
Il suo interesse per l’arte scaturì sin dalla giovane età, per poi frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Belgrado.
In qugli anni ella iniziò con le sue prime performances in Italia, ed in particolare a Milano presso la Galleria Diagramma di Luciano Inga Pin ove lei presentò la sua performance Rhytm 4. Nel 1976 si trasferì ad Amsterdam ove incontrò Ulay, artista tedesco con il quale inizio un’importante collaborazione.
Ha partecipato ad un folto numero di personali e collettive ed è stata vincitrice di innumerevoli premi in giro per il mondo, tra i quali il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1997 – con la performance Balkan Baroque, uno dei lavori che aveva come obiettivo quello di dedunciare il dramma della guerra nei Balcani: Others Where The Hero, Count on us, Nude with Skeleton, Balkan Erotic Epic.
Tra le sue performance più famose vi sono Seven Easy Pieces (2005) presentta al Guggenheim Museum of New York, The Artist Is Present (March-May 2010) al MoMA di New York, ed in collaborazione con Ulay The Great Wall Walk – durante la quale fecero insieme un cammino opposto ed al contempo convergente lungo la Grande Muraglia Cinese, Relation in Movement e Imponderabilia (1977 e riproposta nel 2010).
Ha partecipato al B#Side War vol II in occasione del female video artist and the way video-art-day event Contemporary Legacies of the Conflicts and the Role of Women in preserving our common Memory con il suo video Dangerous Games.