Alla B#S Gallery, da giovedì 27 a domenica 30 settembre, per 4 giorni, la performance continuativa di Dan Allon, “Ghost and Golem”. INAUGURAZIONE DELLA PERFORMANCE, CON TALK D’ARTISTA, GIOVEDì 27 SETTEMBRE ALLE ORE 19.30 (ingresso gratuito – prenotazione obbligatoria su Eventbrite: https://iodeposito-ghostegolems.eventbrite.it)
NEI GIORNI SUCCESSIVI ALL’OPENING LA PERFORMANCE SI SVOLGERA’ DALLE 12.30 ALLE 18.30.
Una specie di “archivio di illustrazioni”, con centinaia di disegni, tra i quali i visitatori potranno scartabellare liberamente, andando a scoprire le infinite versioni di una stessa storia: la storia della famiglia dell’artista, sullo sfondo dei regimi totalitari del ‘900 e della diaspora. Dan Allon, performando di volta in volta nei panni dell’archivista, del guardiano e dell’artista, sorveglia e suggerisce ai visitatori, divenendo presenza carica di significati in questo ambiente.
Attraverso le illustrazioni, l’artista crea dei frammenti di una stessa narrativa, ricostruisce un ethos familiare, propone un nuovo concetto di biografia familiare: la storia della famiglia si intreccia con la “Storia” dalla S maiuscola (quella, dolorosa, del secolo breve, fatta di relazioni violente tra oriente e occidente)
Dan Allon (Israele, 1982), nasce come illustratore. Nell’arco della sua carriera –che l’ha visto in collaborazioni prestigiose, al fianco, tra gli altri, di Francesco Bonami-, la sua espressività si evolve verso la performance, in un filo diretto tra ciò che disegna e ciò che personifica nelle sue azioni artistiche. Per quattro anni è stato secondino e guardiano dei prigionieri politici palestinesi, nell’ambito del conflitto israelo-palestinese: questa esperienza ha influenzato la sua poetica, e ha portato alla creazione della sua performance più celebre “All in order, Mr. General” (2016, Venezia, nella quale l’artista venne rinchiuso per 10 giorni sotto agli occhi dei visitatori). Per maggiori info, il sito dell’artista: https://www.danallon.com
La performance è curata da Chiara Isadora Artico e Revital Michali
Nei mesi di settembre e di ottobre 2018, la sala vetrata della B#S Gallery viene trasformata in una “project room” performativa, ospitando un suggestivo ciclo di performance contemporanea.
Gli artisti e i performer riscriveranno lo spazio con i loro gesti e con le loro azioni, trasformandolo, di volta in volta, in prigione, in archivio di memorie, in sala da thè coloniale.
Ad incorniciare le performance di Ruchi Anadkat, Dan Allon e Neja Tomšič, anche una mostra con le fotografie ed installazioni di Lang Ea, Kimvi Nguyen, Kashif Shahabaz, Christian Tablazon, Estabrak Al-Ansari, Clare Charnley.
Il tema, è tra i più controversi.
“Ex Oriente Luxus, Luxus, Luxuria”: dai tempi della civiltà Greca classica, il mondo orientale suggerisce un immaginario di luce, lusso e lussuriosa sensorialità, corrispondendo, per l’uomo d’occidente, al dominio dell’esotico, al luogo in cui -in modo più o meno onirico- ogni desiderio può trovare forma e appagamento. Senza pretese enciclopediche, la mostra e le performance catturano “visioni orientali” del complesso fenomeno del colonialismo, interpretato nella sua natura multiforme dall’occhio sensibile dell’artista contemporaneo.
Così, dietro a sete, spezie e profumi, fanno capolino la colonizzazione delle genti, lo sfruttamento economico delle rotte navali, la cancellazione dell’identità locale e l’appropriazione del corpo della donna -in una revisione delle immagini archetipiche dell’oriente, e mettendo in scena il “lato B” di questo processo di appropriazione geografica e culturale-.
La nuova visione, fatta di memorie frammentate, volti cancellati e prigioni invisibili, colpisce lo spettatore con la sua potente eleganza, tratteggiando nessi tra artisti dell’estremo oriente (Cambogia, Vietnam, India, Filippine), del medio oriente (Oman, Israele, Pakistan), e del vicino oriente (Slovenia, Balcani).